Imola. Sono state ben 7206 le tonnellate di cemento-amianto incapsulate e confinate, dunque messe in sicurezza, nel Comune dal 2010 a maggio 2017 grazie a un lavoro che ha visto protagonista l’Amministrazione in collaborazione con Hera e l’Ausl,. In parte sono poi state trasferite in impianti di recupero in Italia e all’estero, in Germania.
Come è noto l’amianto, se non messo in sicurezza con tecniche speciali come è invece accaduto a Imola ricordando che su tale tema c’è ancora tanto lavoro da fare tanto che si può dire di essere circa a metà percorso, può essere letale, se respirato, per la salute dei cittadini i quali, spiega il sindaco Daniele Manca “hanno dimostrato una grande collaborazione e un forte senso di comunità nell’operazione di economia circolare che abbiamo messo in moto con l’ordinanza del 2012 che rappresentò un lavoro forse unico a livello nazionale e per il quale ricevemmo un plauso dalla Regione visto anche che la nostra fu una scelta volontaria”.
Proprio da tale ordinanza, sottolinea l’ingegnere del Comune Federica Ferri “è nato il censimento dell’amianto negli immobili privati e nelle aziende soprattutto sulle coperture con successivo invio di una scheda tecnica all’Amministrazione entro il 31 ottobre 2013 (1088 pervenute nei termini, in maggior parte tetti e canne fumarie) e di una relazione di valutazione del rischio e dello stato di conservazione entro il 30 aprile 2014. Un’operazione importante è stata svolta da Hera che, su segnalazione delle persone, è passata a prendere sulle 1300 tettoie rovinate a domicilio per 300 tonnellate. Il censimento è stato utile pure per sensibilizzare tanti cittadini che ci hanno fatto sapere che stavano mettendo in sicurezza da soli il cemento-amianto. Attualmente su 56 procedimenti avviati, 31 sono stati conclusi per 108 tonnellate”.
E nelle strutture pubbliche? Al momento non ci sono situazioni dove è necessario rimuovere cemento-amianto, intanto…
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26/05/2017